A Roma, le luci di Piazza del Popolo celebrano i nuovi nati. Per un istante l’illuminazione pubblica si fonde con l’arte. Ecco come il progetto ha preso vita.
Passeggiando in Piazza del Popolo, i lampioni accesi creano un’atmosfera calda anche in una fresca serata autunnale.
Per un momento lo sguardo si abbassa al suolo, dove una lastra riporta queste parole.
“I lampioni di Piazza del Popolo sono collegati con il reparto di maternità del Policlinico Agostino Gemelli. Ogni volta che la luce pulserà vorrà dire che è nato un bambino. Quest’opera è dedicata a lui e ai nati oggi in questa città.”
Quando gli occhi tornano al cielo si possono vedere le luci dei 16 lampioni della piazza che in perfetta sincronia si affievoliscono per qualche secondo e repentinamente tornano alla loro nomale intensità.
Una pulsazione.
Un battito.
Un bambino è nato.
Un lavoro lungo 9 mesi (una curiosa coincidenza) per dare alla luce l’opera immaginata da Garutti.
Ai nati oggi è firmata dall’artista Alberto Garutti
“Vederlo dal vivo, durante l’inaugurazione, è stata un’emozione grandissima. E una grande soddisfazione per tutto il gruppo di lavoro.”
dice Cristina Scudetti, Responsabile Program Management, Illuminazione Pubblica Acea
“La sfida iniziale è stata entrare nella sua ottica, per rimanere il più possibile fedeli all’idea originale” spiega Cristina.
L’artista voleva simulare le pulsazioni di un battito cardiaco attraverso lo spegnimento e l’accensione delle luci. Il problema era duplice. I nostri impianti di illuminazione pubblica non sono pensati per la dimmerazione (regolazione dell’intensità luminosa) e, nelle aree pedonali come Piazza del Popolo, la norma non prevede abbassamenti dei flussi di illuminazione, né tantomeno lo spegnimento completo nelle ore notturne.
Per realizzare l’opera è stato necessario "svuotare" i corpi illuminanti installati in piazza e dotarli di un sistema di controllo indipendente, che i tecnici Acea potevano monitorare attraverso una pagina web dedicata.
Le lampade a led sono quindi state collegate a dispositivi di controllo connessi in rete tramite wi-fi. In questo modo l’impianto di Piazza del Popolo può dialogare via web con un tablet installato dall’altra parte della città, nel reparto maternità del Policlinico Gemelli: un semplice tocco e l’input arriva in pochi secondi ai led dei lampioni.
“Sono seguiti una serie di incontri con l’artista e i nostri tecnici per testare l’impianto che stavamo realizzando e concordare insieme ogni aspetto della resa finale: livello di dimmerazione, durata, velocità della riduzione e dell’aumento dell’intensità luminosa. Per rispettare la norma abbiamo calibrato il sistema per far sì che il livello di illuminamento a terra non scenda mai sotto i livelli minimi previsti.”
Un lavoro lungo e complesso che ha coinvolto team specializzati in ogni fase: progettazione, installazione, manutenzione, telecontrollo. Perché per la prima volta in Acea, un impianto di illuminazione funzionale è stato utilizzato per scopi artistici: si è realizzata così l’integrazione tra due modi diversi di concepire e progettare l’illuminazione. “Anche se per noi l’obiettivo è sempre unico: la qualità della luce” spiega Cristina.
L’installazione è visibile anche di giorno. Una scelta che ha richiesto un’ulteriore modifica, affatto banale, all’impianto. “Di solito gli impianti di illuminazione pubblica di giorno non sono in funzione. Per l’installazione di Piazza del Popolo abbiamo fatto un’eccezione e l’impianto è sempre in tensione.”
Ai nati oggi, per Acea, è stata l’occasione di sperimentare con successo nuove soluzioni: dal controllo wireless dell’impianto alla gestione della dimmerazione che consente di calibrare in qualsiasi momento l’intensità della luce. “Soluzioni che siamo in grado di applicare anche sui nuovi progetti di illuminazione che stiamo realizzando a Roma.” Spiega ancora Cristina.
Se passate una sera a Piazza del Popolo, fermatevi e aspettate il battito di luce. Ne vale davvero la pena.
Di solito, quando si parla di illuminazione artistica, i concept che Acea realizza sono firmati dalla squadra interna di lighting designer. Ma le collaborazioni esterne con grandi artisti, anche di fama internazionale, non sono un’eccezione. Una collaborazione molto proficua è ad esempio quella con il premio Oscar Vittorio Storaro e con la figlia Francesca, che hanno firmato i progetti di illuminazione dei Fori Imperiali e della Colonna dell’Immacolata.
Da anni illuminiamo il patrimonio più prezioso che conosciamo:
i monumenti di Roma.